txt: Il Periodo delle Domande /
mp3: Peter Gabriel "Solsbury Hill"
Ecco il Periodo delle domande... si, dev'essere lui. Sta arrivando, con andatura costante e tranquilla... arriva con discrezione, nessuno gli da fretta. Anche perchè solitamente le persone curiose non gli dicono mai di no. Chi si pone delle domande non dice al Periodo delle domande di andarsene... non starebbe negli interessi.
E' ancora sfocato, ma credo sia lui. Sta toccando ancora l'orizzonte, credo quindi ci metta un po'.
Le giornate sono ancora calde, nella mia testa, e resteranno calde anche per quest'inverno. Dicono sia l'età, fermento di pensieri, di idee, anche se magari solo per me stesso. Io dico che è semplice serenità. Ecco così che il Periodo delle domande appare e l'effetto fatamorgana lo sdoppia per terra... li in fondo.
mp3: Peter Gabriel "Solsbury Hill"
Il Periodo delle domande arriva in bicicletta, e si gode il paesaggio, a volte respirando profondamente, socchiudendo gli occhi. A volte alzandosi in piedi sui pedali, in velocità, come un bambino compiaciuto con se stesso di saper restare in equilibrio... stendendo anche le braccia, come due ali.
Dicono che il Periodo delle domande non ha bisogno di cercare gli occhi di chi lo sta aspettando, sa che prima o poi qualcuno incrocerà. Però stavolta lo vedo, già da li in fondo, sorridermi. E' il sorriso di chi solitamente poi saluta con un grosso abbraccio, come un grande amico che si vede poco spesso. Ed io sorrido a lui.
A qualche metro da me, salta giù dalla sella, rallentando a piedi.
Nell'abbraccio, parla lui per primo:
Ehy... svampito. Tagliato i capelli?
Li ho riavvolti.
Come te la passi?
Alti e bassi, dai.
...Bugiardo.
Estrae un bel po' di fogli dalla tasca posteriore dei jeans. Non sono nemmeno rilegati. Sono scritti. Battuti a macchina. E me li lascia:
Eccole.
Già.
Non ho fatto a tempo a rilegarli.
Tranquillo.
Tanto non c'è un ordine
Ok. Come l'altra volta.
Sistematele tu come vuoi. Non è detto che tu debba partire dalla più importante...
Grazie.
Altro abbraccio, più lungo. Restiamo ad ascoltare ognuno il silenzio dell'altro. Periodo delle domande sa di mettere nostalgia.
Afferra il manubrio della bici che prima s'era fatta diversi metri da sola. Sale su. Mi guarda sorridente di nuovo.
Più che puoi, mi raccomando. Ma non aver fretta.
Sarà fatto. Senza fretta ma senza sosta.
Giusto...
Il Periodo delle domande, se ne va. Ogni volta te ne lascia tante, tutte insieme. Come se si svegliassero assieme dopo il letargo. E così che la felicità viene messa alla prova. Sfoglio quelle pagine. Se volessi catalogarle per obiettivi o scopi, risulterebbero tanti temi quante sono le domande scritte... Per rispondere a volte è necessario essere inventore, psilogogo, storico, politico, filosofo, papà, architetto, ingegnere, fratello, benefattore, sacerdote... di se stessi. E degli altri. Ma basta anche soltanto un po' di tutto...
E' ancora sfocato, ma credo sia lui. Sta toccando ancora l'orizzonte, credo quindi ci metta un po'.
Le giornate sono ancora calde, nella mia testa, e resteranno calde anche per quest'inverno. Dicono sia l'età, fermento di pensieri, di idee, anche se magari solo per me stesso. Io dico che è semplice serenità. Ecco così che il Periodo delle domande appare e l'effetto fatamorgana lo sdoppia per terra... li in fondo.
mp3: Peter Gabriel "Solsbury Hill"
Il Periodo delle domande arriva in bicicletta, e si gode il paesaggio, a volte respirando profondamente, socchiudendo gli occhi. A volte alzandosi in piedi sui pedali, in velocità, come un bambino compiaciuto con se stesso di saper restare in equilibrio... stendendo anche le braccia, come due ali.
Dicono che il Periodo delle domande non ha bisogno di cercare gli occhi di chi lo sta aspettando, sa che prima o poi qualcuno incrocerà. Però stavolta lo vedo, già da li in fondo, sorridermi. E' il sorriso di chi solitamente poi saluta con un grosso abbraccio, come un grande amico che si vede poco spesso. Ed io sorrido a lui.
A qualche metro da me, salta giù dalla sella, rallentando a piedi.
Nell'abbraccio, parla lui per primo:
Ehy... svampito. Tagliato i capelli?
Li ho riavvolti.
Come te la passi?
Alti e bassi, dai.
...Bugiardo.
Estrae un bel po' di fogli dalla tasca posteriore dei jeans. Non sono nemmeno rilegati. Sono scritti. Battuti a macchina. E me li lascia:
Eccole.
Già.
Non ho fatto a tempo a rilegarli.
Tranquillo.
Tanto non c'è un ordine
Ok. Come l'altra volta.
Sistematele tu come vuoi. Non è detto che tu debba partire dalla più importante...
Grazie.
Altro abbraccio, più lungo. Restiamo ad ascoltare ognuno il silenzio dell'altro. Periodo delle domande sa di mettere nostalgia.
Afferra il manubrio della bici che prima s'era fatta diversi metri da sola. Sale su. Mi guarda sorridente di nuovo.
Più che puoi, mi raccomando. Ma non aver fretta.
Sarà fatto. Senza fretta ma senza sosta.
Giusto...
Il Periodo delle domande, se ne va. Ogni volta te ne lascia tante, tutte insieme. Come se si svegliassero assieme dopo il letargo. E così che la felicità viene messa alla prova. Sfoglio quelle pagine. Se volessi catalogarle per obiettivi o scopi, risulterebbero tanti temi quante sono le domande scritte... Per rispondere a volte è necessario essere inventore, psilogogo, storico, politico, filosofo, papà, architetto, ingegnere, fratello, benefattore, sacerdote... di se stessi. E degli altri. Ma basta anche soltanto un po' di tutto...
Dedicata ai "Ragazzi del Balatro"
Abry [23.sett]
Abry [23.sett]
video: Peter Gabriel "Solsbury Hill" [Live]
Climbing up on Solsbury Hill
I could see the city light
Wind was blowing, time stood still
Eagle flew out of the night
He was something to observe
Came in close, I heard a voice
Standing stretching every nerve
Had to listen had no choice
I did not believe the information
(I) just had to trust imagination
My heart going boom boom boom
"Son," he said "Grab your things, I've come to take you home."
To keep in silence I resigned
My friends would think I was a nut
Turning water into wine
Open doors would soon be shut
So I went from day to day
Tho' my life was in a rut
"Till I thought of what I'd say
Which connection I should cut
I was feeling part of the scenery
I walked right out of the machinery
My heart going boom boom boom
"Hey" he said "Grab your things, I've come to take you home."
[Yeah, back home...]
When illusion spin her net
I'm never where I want to be
And liberty she pirouette
When I think that I am free
Watched by empty silhouettes
Who close their eyes but still can see
No one taught them etiquette
I will show another me
Today I don't need a replacement
I'll tell them what the smile on my face meant
My heart going boom boom boom
"Hey" I said "You can keep my things, they've come to take me home.
Solsbury Hill è la canzone di questo mio momento. Peter Gabriel l'ha scritta in un momento particolare, quando stava per sciogliersi dai Genesis; la canzone non è mai stata commentata dall'autore. Qui una recensione. In concerto, nella seconda metà della canzone, Peter gira intorno al palco... in bicicletta.
Risalendo la collina di Solsbury,
potevo vedere le luci della città;
il vento soffiava, il tempo si era fermato,
l'aquila volava attraverso la notte;
Era qualcosa da vedere, venne vicino,
io sentii una voce
con tutti i nervi tesi
dovevo ascoltare, non avevo scelta.
Non dovevo credere alla realta'
ma solo fidarmi della fantasia
il mio cuore faceva boom boom boom
"Ragazzo," mi disse, "prendi le tue cose
sono venuto per portarti a casa."
Restando in silenzio mi rassegnai
i miei amici penserebbero che sono pazzo
trasformando l'acqua in vino
o aprendo porte che dovrebbero subito essere chiuse
Così, giorno dopo giorno
sebbene la mia vita fosse in uno stato d'inerzia
ancora pensavo a cosa avrei dovuto dire
quale legame avrei dovuto troncare.
Mi sentivo parte del paesaggio
stavo uscendo fuori dal sistema
il mio cuore faceva boom boom boom
"Hey," disse, "prendi le tue cose,
sono venuto a portarti a casa."
[Sì, a casa...]
Quando l'illusione tesse la sua trama
non sono mai dove vorrei essere.
E' la liberta' che piroetta
quando io penso di essere libero.
Vidi attraverso sagome vuote
coloro che chiudono gli occhi ma possono ancora vedere
nessuno insegno' loro il modo.
Mostrerò un altro me.
Oggi non ho bisogno di un rimpiazzo
raccontero' loro cosa significava quel sorriso sul mio viso
che il mio cuore faceva boom boom boom
"Hey," dissi, "puoi prendere le mie cose,
sono venuti a portarmi a casa."
Climbing up on Solsbury Hill
I could see the city light
Wind was blowing, time stood still
Eagle flew out of the night
He was something to observe
Came in close, I heard a voice
Standing stretching every nerve
Had to listen had no choice
I did not believe the information
(I) just had to trust imagination
My heart going boom boom boom
"Son," he said "Grab your things, I've come to take you home."
To keep in silence I resigned
My friends would think I was a nut
Turning water into wine
Open doors would soon be shut
So I went from day to day
Tho' my life was in a rut
"Till I thought of what I'd say
Which connection I should cut
I was feeling part of the scenery
I walked right out of the machinery
My heart going boom boom boom
"Hey" he said "Grab your things, I've come to take you home."
[Yeah, back home...]
When illusion spin her net
I'm never where I want to be
And liberty she pirouette
When I think that I am free
Watched by empty silhouettes
Who close their eyes but still can see
No one taught them etiquette
I will show another me
Today I don't need a replacement
I'll tell them what the smile on my face meant
My heart going boom boom boom
"Hey" I said "You can keep my things, they've come to take me home.
Solsbury Hill è la canzone di questo mio momento. Peter Gabriel l'ha scritta in un momento particolare, quando stava per sciogliersi dai Genesis; la canzone non è mai stata commentata dall'autore. Qui una recensione. In concerto, nella seconda metà della canzone, Peter gira intorno al palco... in bicicletta.
Risalendo la collina di Solsbury,
potevo vedere le luci della città;
il vento soffiava, il tempo si era fermato,
l'aquila volava attraverso la notte;
Era qualcosa da vedere, venne vicino,
io sentii una voce
con tutti i nervi tesi
dovevo ascoltare, non avevo scelta.
Non dovevo credere alla realta'
ma solo fidarmi della fantasia
il mio cuore faceva boom boom boom
"Ragazzo," mi disse, "prendi le tue cose
sono venuto per portarti a casa."
Restando in silenzio mi rassegnai
i miei amici penserebbero che sono pazzo
trasformando l'acqua in vino
o aprendo porte che dovrebbero subito essere chiuse
Così, giorno dopo giorno
sebbene la mia vita fosse in uno stato d'inerzia
ancora pensavo a cosa avrei dovuto dire
quale legame avrei dovuto troncare.
Mi sentivo parte del paesaggio
stavo uscendo fuori dal sistema
il mio cuore faceva boom boom boom
"Hey," disse, "prendi le tue cose,
sono venuto a portarti a casa."
[Sì, a casa...]
Quando l'illusione tesse la sua trama
non sono mai dove vorrei essere.
E' la liberta' che piroetta
quando io penso di essere libero.
Vidi attraverso sagome vuote
coloro che chiudono gli occhi ma possono ancora vedere
nessuno insegno' loro il modo.
Mostrerò un altro me.
Oggi non ho bisogno di un rimpiazzo
raccontero' loro cosa significava quel sorriso sul mio viso
che il mio cuore faceva boom boom boom
"Hey," dissi, "puoi prendere le mie cose,
sono venuti a portarmi a casa."
Etichette: abry84, bicicletta, delirio, domande, dubbi, il periodo delle domande, musica, pensieri, peter gabriel, recensione, solsbury hill
7 Comments:
grande post Abry,grande post davvero.
Leggendo questo post non ho potuto fare a meno di ricercare un tuo commento, lasciato sul blog di Riff qualche settimana fa..
"Sappiate che trovo in ognuno di voi molte cose anche mie. Non immaginate quante. Mi sento piccolo per non saperle/volerle mettere giù"
Ti sei chiesto quali siano quei momenti in cui metti tutto te stesso, in modo "intenso" come accade ad alcuni di noi, con le nostre parole, i nostri pensieri..
Caro Abry, per quanto possa valere il mio di pensiero, posso dirti che in te c'è una piccola saggezza fresca e limpida. Piccola, perchè la mostri una volta ogni tanto; ma "..quant'è strano conoscerti in questo modo.."
Sorridi.
Spero che tu posso percepire il mio silenzio, perchè solo con esso posso esprimere intensamente l'amore e l'ammirazione per un amico...
... interex il tuo Blog ... dai miei sofware di riscontro ho visto che mi hai fatto visita ... fatti vivo.
Hai mica il titolo della canzone e l'autore ... quando nel film SLEEPERS arrivano i due allo shamrock cafè (poco prima di ammazzare il tizio) grazie
SONO tre mesi che la cerco.
Ciao Arnold.
studio.architeuthis@virgilio.it
Caro Arnold Layne, sono stato anch'io in cerca di quella canzone per non so quanto tempo, ha veramente una melodia fantastica...
Alla fine l'ho trovata... abbi pazienza che te la mando via mail... ok?
ps. il tuo nick mi suggerisce syd barrett...
nel cuore nella testa nell'anima nei sensi
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