27 settembre 2011

Cheru

Era un amico, Enrico, più che un compagno di lavoro. 
E per tutti lo era. E lui era di tutti… il nostro Cheru. 

Burbero lo era solo in superficie, come una pellicola che protegge qualcosa di prezioso. Enrico era d'oro. Non ho condiviso tanti momenti ma mi son bastati per capire che una persona così si incontra raramente.

Rimarrà con me la sua voce dal tono deciso che ancora mi ronza in testa in tutti i momenti della giornata e che riesce anche ora, a strapparmi un vergognoso sorriso. Rimarrà con me la sua semplicità che spiazzava, che usciva fuori continuamente dalle sue parole, che sembrava impossibile potesse esserci in una persona, che ha reso Enrico, per me, un punto di riferimento. Rimarrà con me il suo sorriso che, davvero, bastava così poco per rubarglielo. Rimarrà con me il ricordo dell'agitazione che gli saliva con "Thunderstruck" degli AC/DC.

Ogni occasione era buona per poter stare con i suoi colleghi di lavoro e per fare festa insieme. E' stato per me un regalo di Dio l'esserci stato anch'io guardacaso proprio all'ultima festa in cui c'eri anche tu, amico.
Così ho scoperto quant'eri bravo e quanto ti piaceva ballare la musica.
Fuori era iniziata la pioggia, e per far sì che ultimi arrivati entrassero asciutti, ti sei bagnato tutto. Per te questo era il minimo. Per te questo era niente.

E tu stesso mi hai regalato il momento più bello, quando a tutti i costi volevi che lasciassi andare un disco e che venissi a ballare, almeno solo un po'. 

Non è la tua scrivania vuota...
Non mi dimenticherò mai di te.

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